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Viaggio nel tempo con M4

Largo Augusto

Largo Augusto, dove città e campagna s’incontrano

Per i milanesi largo Augusto è indissolubilmente legato al Verziere, il mercato ortofrutticolo di cui resta tutt’oggi memoria nel nome del tratto stradale che raggiunge via Larga. Qui, fino al 1911, vi era una lunga piazza alberata dove i contadini venivano a vendere i prodotti delle campagne ai cittadini.

A vegliarli il Cristo Redentore, la cui statua svettava su una delle poche colonne devozionali superstiti fra quelle collocate nel Cinquecento nei crocicchi della città. Non lontano vi era porta Tosa, col suo ponte che superava il Naviglio lasciandosi alle spalle i resti della fortificazione medievale.

Anche al tempo dei Romani quest’area era un punto di passaggio e d’incontro fra città e campagna: da qui partiva la strada diretta verso Crema, Cremona e le fertili campagne della pianura a est di Mediolanum; qui passava un tratto delle mura urbane, circondato da un fossato alimentato dalle acque del Seveso e dotato di un varco che forse corrisponde alla porta “Erculea” citata dalle fonti antiche.

  • Sulle tracce dell’imperatore che cambiò il volto di Mediolanum

    I risultati degli scavi archeologici realizzati in largo Augusto, nei cantieri della linea M4, avvalorano le ipotesi formulate dagli archeologi sulle grandi trasformazioni che interessarono quest’area all’epoca dell’imperatore Massimiano “Erculeo” (fine III-inizio IV secolo d.C.), quando la cinta muraria di Mediolanum fu ampliata.

    In largo Augusto, mai interessato prima da indagini archeologiche, nel 2008 si è scoperto che a poco più di due metri di profondità sotto i nostri piedi si trova la massicciata di una strada calcata dai Romani già nel I secolo d.C., che usciva dalla città dirigendosi verso est.

    Un’ulteriore scoperta è avvenuta in via Cavallotti duramente i lavori di adeguamento della fognatura: lavorando in condizioni assai difficili, nel 2016 gli archeologi hanno riportato alla luce un’imponente porzione di un muro romano in pietra e mattoni, da riferirsi alla cinta difensiva massimianea o a un suo rinforzo.

  • La colonna del Verziere

    Fu la mano di uno dei maggiori architetti attivi nella Milano del Seicento, Francesco Maria Richini, a disegnare la statua di Cristo Redentore che dal 1673, fino al 1927, quando fu sostituita da una copia in bronzo, veglia sul Verziere. La statua, opera di Giuseppe e Gian Battista Vismara, coronava una colonna commissionata cent’anni prima, durante la peste che colpì la città nel 1576.

    In quell’occasione nei principali incroci di Milano furono innalzate su indicazione dell’arcivescovo Carlo Borromeo molte altre colonne stazionali, sormontate da un Crocifisso o da una croce (da cui l’appellativo “crocette”), che accompagnavano un altare per la celebrazione delle funzioni religiose. I cittadini potevano così seguirle a distanza, evitando il contagio della malattia.

    Sul finire del Seicento, per volere del cardinale Federico Borromeo, la colonna fu posta sotto la protezione di San Martiniano.

    Con un’ordinanza settecentesca la maggior parte di questi monumenti fu rimossa per questioni di viabilità: quella del Verziere è una delle poche colonne superstiti!

    Dal 1861 le targhe alla base della colonna commemorano anche i caduti delle Cinque Giornate durante i moti per l’indipendenza del 1848, quando l’area fu scenario di scontri cruciali. Da qui l’epiteto di Colonna della Vittoria.

  • Una colonna nella colonna!

    Per permettere la costruzione del Manufatto Augusto della linea M4 sono stati eseguiti i lavori rimozione temporanea della Colonna del Verziere.

    Per conoscerne la struttura è stata condotta un’analisi dettagliata del manufatto sulla base della quale è stato redatto un progetto operativo che prevedeva lo smontaggio dei diversi elementi nell’ordine inverso rispetto alla loro messa in opera.

    Le operazioni si sono svolte nel 2017: dapprima è stata imbragata la statua del Redentore, poi sono stati smontati la trabeazione, il capitello e il fusto della colonna per cui è stata creata una struttura metallica speciale e infine si è levato il grande basamento inferiore.

    È in questo momento che si verifica una scoperta inattesa e clamorosa: il basamento ingloba una colonna più antica di cui si era persa traccia, forse da identificarsi con la “ruvida colonna” ricordata dallo storico Serviliano Latuada.

    È dunque a questa che gli abitanti del Verziere rivolgevano le loro preghiere affacciandosi dalle finestre e dai portoni durante l’epidemia che toccò Milano ai tempi del Borromeo?